Lamentation, di Joe Clifford (CasaSirio Editore, pp. 320, traduz. Alessandra Brunetti, 2018)

7.lamentation

Era da tanto, anni e anni, che non leggevo un giallo.
Diciamo che ne ho letti troppi, probabilmente, e il genere non mi attira più come una volta.
La storia è ben scritta, e anche credibile.
Il New Hampshire qui rappresentato è gelido, sferzato da vento e neve quasi incessanti, non è paesaggio idilliaco, i fiocchi di neve sembrano uscire fuori dalle pagine e gelarti le dita.
Ci sono due fratelli un po’ allo sbando, senza più genitori, Jay, intelligente, bravo a scuola ma che non ha dato seguito alle sue potenzialità e si è perso in una vita fatta di “mi accontento di quel che c’è”, e Chris, che ha fatto di peggio, una vita sbandata tra droga e solitudine, letteralmente calamitato dai guai, e c’è un paese dove, come sempre, tutti si conoscono da sempre, e alla fine arriva il casino, sotto forma di omicidio, e tutto viene rimesso in discussione, tornano a galla amicizie e dissapori e storie e rapporti che volevano essere dimenticati.
Jay è la voce narrante ed è il vero protagonista, lui e i suoi difetti enormi, lui e la sua voglia di non mollare mai, comunque.
Lo stile è semplice e scorre via che è un piacere, senza una parola superflua, anche se ho iniziato ad appassionarmi dopo almeno 60 pagine.
Joe Clifford ha avuto una vita molto movimentata, quando parla di droga e di gente senza un tetto sulla testa sa di cosa parla, e per questo dico che tutto è molto credibile. I colpi di scena non mancano, la tensione resta alta fino alla fine, ma il finale è abbastanza frettoloso, troppo, lasciando aperte altre domande, ma del resto questo è solo il primo capitolo di una trilogia e dunque immagino che CasaSirio ci farà dono delle risposte che qui sono mancate.

 

Musica: Janie’s Got A Gun, Aerosmith